Impianti dentali certificati FDA

Radici artificiali per denti fissi come un tempo?
Oggi è possibile reintegrare un dente o gruppi di denti mancanti con l’uso di impianti in titanio osteointegrati, evitando sia protesi totali rimovibili che l’inutile riduzione di denti sani utilizzati come ancoraggio di ponti convenzionali.

Per diverse ragioni, quando si perde un dente naturale, è possibile riprestinarlo con una radice artificiale in titanio, materiale resistente e ben accettato dall’organismo.

La radice in titanio si inserisce nell’osso, e dopo un determinato tempo di guarigione, si integra completamente, dando origine al fenomeno dell’osteointegrazione.

In questo modo l’osso circonda l’impianto dentale ed aderisce ad esso rendendolo stabile.

Successivamente, su questa finta radice, viene avvitato un moncone, che funge da dente naturale limato e poi viene cementata la corona dentale.

 

Usa l’indice e vai direttamente alle pagine di tuo interesse:

  1. Devo mettere un impianto. Come sceglierlo?;
  2. Cos’è l’implantologia computerizzata?
  3. Cos’è l’implantologia osteointegrata?
  4. L’impiantologia: Qualità dell’intervento?
  5. Impianti certificati FDA

 

Impianti dentali: cosa sono

Un impianto dentale, non è altro che una radice artificiale, fatta in titanio, che una volta inserita nell’osso, serve come ancoraggio per il denti, o più denti mancanti.

Per facilità di inserimento e per una migliore integrazione, i nostri impianti seguono o meno la forma della radice dentale che si vuole integrare.

Costituiti da titanio puro tipo IV, presentano una superfice esterna trattata con le ultime metodiche previste dai protocolli internazionali, al fine di mantenere e garantire una miglior e veloce osteo-integrazione.

Gli impianti garantiscono la tenuta di un organo naturale e costituiscono un fondamento stabile per corone singole, ponti estesi o protesi totali. Perciò i denti supportati da impianti si comportano esattamente come denti permanenti e il paziente li avverte proprio così: stabili, resistenti all’occlusione e soprattutto individuali, come lo è il paziente.

L’intervento consiste, dopo aver adeguatamente preparato il sito osseo, nell’inserimento di viti (fixture) in un titanio completamente biocompatibile all’interno dell’osso alveolare mascellare o mandibolare del paziente.

Spesso capita che la zona da integrare con denti fissi abbia una scarsa quantità di osso sia in spessore che in altezza. È quindi opportuno procedere, prima dell’inserimento della fixture, con tecniche di rigenerazione, come il sinus lift, ovvero rialzo di seno mascellare, e l’espansione orizzontale di cresta ossea attraverso la metodica atraumatica Piezoelettrica.

Impianti Dentali certificati FDA

Impianti Dentali certificati FDA

 

Tipologie di impianti: caratteristiche funzionali e meccaniche

Lo studio si avvale della disponibilità di varie tipologia di impianti dentali, il cui disegno e progettazione servono per rispondere a delle esigenze specifiche.

Ogni tipologia implantare deve corrispondere ad una serie di requisiti che si rendono fondamentali al fine di risolvere le esigenze di ogni paziente ed essere versatili per il medico in ogni situazione chirugica.

Di base devono corrispondere ai seguenti requisiti:

  1. Ottima stabilità primaria
  2. Eccellente integrazione estetica con i tessuti gengivali
  3. Facile tecnica chirurgica
  4. Disegno implantare tale da facilitare la distribuzione dei carichi masticatori

Tutti i nostri impianti sono muniti di certificazione con relativo numero di lotto e partita, al fine di garantire al paziente la loro provenienza e facile rintracciabilità.

 

Tecniche Chirurgiche implantari

Esistono principalmente due tecniche chirurgiche differenti per l’inserimento degli impianti dentali, dipendenti dalle condizioni di partenza del sito ricevente, ovvero dalla tipologia dell’osso disponibile.

Si parla in genere di Tecnica Chirurgica a due tempi, oppure ad un tempo solo.

La tecnica a due tempi prevede un doppio intervento chirurgico:

  • Un primo intervento, in cui gli impianti dentali vengono inseriti nell’osso e coperti, in parte o totalmente dalla mucosa alveolare;
  • Un secondo intervento, a guarigione della ferita ed osteointegrazione avvenuta, in cui gli impianti dentali vengono esposti nel cavo orale, per mezzo di una vite di guarigione, sono pronti per essere utilizzati come pilastri di protesi.

La tecnica ad un unico tempo, prevede un solo intervento chirurgico durante il quale gli impianti dentali vengono inseriti nella struttura ossea e lasciati emergenti nel cavo orale per mezzo della vite di guarigione.

Nel caso in cui si utilizzasse direttamente un moncone pilastro e gli si posizionasse sopra un provvisorio, si parlerebbe di carico immadiato.

Il risultato finale nel caso delle due tecniche è indentico: sta all’implantologo valutare la tecnica chirurgica più idonea al caso, da scegliersi in base alla situazione clinica, al tipo di impianto dentale ed alle richieste del paziente.

In certi casi è possibile che l’osso disponibile non sia sufficiente per l’installazione degli impianti dentali, in entrambe le due tecniche.

Per ottenere una maggior quantità di osso, può essere indicato l’uso di tecniche avanzate di implantologia dentale quali l’utilizzazione di membrane, innesti ossei, rialzo dei seni mascellari, espansione della cresta ossea, inserimento manuale degli impianti oltre a quello meccanico, che può posticipare i tempi di guarigione, quelli di protesizzazione della vite, e nei casi più avanzati richiedere più interventi chirurgici.

Impianti con tecnica di inserimento convenzionale.

La tipologia di inserimento dell’impianto parte sempre dalla tipologia del sito ricevente.

Paziente con perdita dentale da molto tempo e cresta ossea residua sufficiente, dopo apertura del lembo chirurgico si procede con l’inserimento della fixture implantare, posizionamento del vite di copertura e poi sutura. Un tempo medio di 3 mesi è necessario per ottenere la completa osteointegrazione. Seguirà la riapertura ed inserimento della vite di guarigione al fine di condizionare il disegno dei tessuti perimplantari, al fine di ottenere estetica e funzione.

 

Paziente con perdita dentale ed atrofia ossea verticale, orizzontale o di entrambe. Prima dell’inserimento dell’impianto, nella stessa seduta o in due tempi si procede all’Espansione di cresta ossea con i particolari macchinari dal taglio piezoelettrico di cui lo studio è dotato. Se l’operatore lo ritiene opportuno in fase intra-operatoria potrà procedere all’inserimento della vite.

Impianti a carico immediato

L’implantologia a carico immediato in particolare è una tecnica chirurgica che permette di inserire gli impianti dentali in titanio e di caricarli, ovvero di posizionarci sopra una corona o un piccolo ponte provvisorio nella stessa seduta.

Attraverso un insieme di procedure chirurgiche oggi è possibile ripristinare i denti mancanti e la funzione masticatoria con un‘applicazione veloce, indolore, funzionale ed altamente estetica. Nell’arco di una sola seduta vi ridoniamo il sorriso e vi permettiamo una corretta masticazione.

Importante contributo è stato dato anche dalle nuove superfici e forme degli impianti dentali in uso, che permettono di avere un’ottima stabilità primaria indispensabile per la realizzazione del carico immediato.

In tal modo la prognosi risulta essere uguale alla metodica classica, con il carico differito (dopo 3 mesi).

Il paziente si troverà così nella condizione di massimo confort, estetica e funzionalità.

 

Provvisorio Immediato su impianti dentali

Il concetto di Provvisorio immediato è alla base della creazione del dente in pochi istanti ed in modo durevole ed economico a seconda del tipo di resina utilizzata.

L’implantologia a carico immediato di ultima generazione è di lunga durata, soprattutto se il paziente segue i protocolli di una corretta Igiene Orale.

Protesi Totale fisse: metodica Overdenture all on four

Sono disponibili metodiche chirurgiche implantari associate a specifiche tecniche di laboratorio che finalmente permettono nel tempo di una solo giornata di ovviare per sempre ai fastidi masticatori e disagi sociali, garantendo denti fissi in una sola seduta.

All on 4, tutto su quattro, così si chiama la tecnica chirurgica che ha lo scopo di proporre la soluzione più semplice, meno invasiva ed estremamente competitiva per risolvere l’edentulismo totale con una solida protesi in resina nel tempo di una sola giornata.

Questa tecnica permette, con l’inserimento di soli quattro impianti dentali, di posizionare nella stessa giornata una protesi totale che diventa così fissa, ripristinando in breve tempo sorriso e vita di relazione.

Tale soluzione terapeutica è indicata per quei pazienti completamente edentuli (senza denti) o con pochi denti in arcata gravemente compromessi.

Il protocollo prevede il posizionamento di quattro impianti in titanio in particolari posizioni strategiche offrendo la possibilità di sostenere con il carico immediato la protesi totale fissa.

La connessione dinamica e senza gioco tra sovrastruttura e cappetta, offre stabilità meccanica assoluta e sicurezza. Così la protesi diventa, grazie alla notevole forza della tenuta, un’unica grande protesi fissa. La connessione conica tra impianto e sovrastruttura garantisce l’adattamento individuale.

L’attenta valutazione della distribuzione delle forze masticatorie, come lo sfruttamento di quelle zone della bocca dove l’osso solitamente non si riassorbe, consente di evitare interventi di innesto o aumento d’osso, altrimenti necessario per poter alloggiare gli impianti.

Questo protocollo chirurgico-protesico è indicato soprattutto per tutti i pazienti portatori di protesi mobile, vecchie dentiere non più stabili, scheletrati, ma anche per quei pazienti in cui sono presenti denti ormai completamente compromessi e non più recuperabili che desiderino ritornare a masticare ed a sorridere in breve tempo e con costi calibrati.

Per quanto riguarda l’età, se in buono stato di salute generale, non ci sono limiti.

Impianti con corone cementate

Trattasi di una metodica di ripristino dentale che utilizza la cementazione della corona, che sostituirà il dente mancante, direttamente sul moncone pilastro a sua volta inserito sulla vite impiantare. La qualità e la tipologia della corona usata si differenzia a seconda del materiale di costruzione ed a seconda dell’indicazione del caso clinico.

La maggior parte delle corone necessità di un elevato livello di estetica dentale, che vuol dire, nel caso dell’inserimento di un dente tra denti naturali, totale mimetica coronale che tissutale.

 

 

A tal fine importante sarà poi anche la scelta del moncone protesico che, oltre all’esigenza estetica, dovrà corrispondere ad esigenze di resistenza ai carichi masticatori. In genere i monconi implantari si suddividono in: monconi in titanio prefabbricati ed adattati, sono monconi in titanio che vengono adattati dall’odontotecnico per la costruzione della corona impiantare monconi in titanio personalizzati, sono monconi in titanio costruiti appositamente dal tecnico su specifiche esigenze del caso clinico del paziente, ed esempio elevate altezze, o ridotti spessori da usare. monconi in zirconio personalizzati, sono monconi altamente estetici e resistenti; offrono qualità abbinata alla totale personalizzazione estetica sia dentale che tissutale.

Impianti con corone avvitate

Mantenendo costante la qualità della vite implantare, siamo riusciti ad abbassare il prezzo della vostra corona singola, mediante una particolare procedura di laboratorio che permette di utilizzare un’unica struttura in titanio che funge sia da pilastro provvisorio che pilastro definitivo, con una perfetta ed integrata ricostruzione in zirconio/disilicato di litio monolitico avvitata, studiata per durare nel tempo in economia. Economia è successo!!!

Materiali di innesto Chirurgico

Membrana artificiale

Nei casi in cui, aprendo il sito chirurgico o in seguito a chiara valutazione prechirurgica, si ritiene necessario sostenere la copertura totale dell’impianto dentale che, per insufficenza ossea parziale o totale non avviene, si consiglia l’uso di membrana in collagene, completamente riassorbibili nel tempo di qualche mese. Tali membrane possono essere semplicemente appoggiate oppure, in caso di grosse lesioni o difetti ossei, ancorate con dei micro chiodini in acciaio sterile.

Il loro scopo è quello di contenere del materiale sintetico di innesto e garantirne la stabilità del coagulo sanguigno che si viene a formare nella fase di guarigione.

Osso sintetico

Nei casi in cui, nella fase di inserimento della vite artificiale si verifica una mancanza d’osso tale per cui l’impianto risulterebbe scoperto in toto oppure in parte, si consiglia l’utilizzo di innesti d’osso sintetico per ricoprire, prima della sutura, la superfice esposta.

L’innesto d’osso, che si presenta in confezione sterile, viene aperto e miscelato in contenitore sterile con della soluzione fisiologica fino a creare una pasta facilmente lavorabile.

Collagene

Frequentemente occorre posizionare nel sito estrattivo dei blocchi di collagene prima del posizionamento degli impianti.

il loro scopo è quello di mantenere il volume del sito estrattivo e ritardare il collasso dei tessuti adiacenti.

È chiara la funzione, da parte del collagene, di blocco del sanguinamento ma nei casi implantari è di estrema importanza sopratutto associato ad un inserimento manuale che prevede l’uso di osteotomi. Si tratta di casi di Rialzo di seno mascellare ed espansione di cresta ossa, Tecnica E.R.E.

Oltre alla tecnica manuale, è interessante l’uso associato della chirurgia convenzionale alla metodica Piezoelettrica.

Meccanismo di osteointegrazione implantare

I fattori che conducono all’osteointegrazione richiedono un tempo minimo che varia da 1 mese e mezzo a 3 mesi, nel caso dell’osso mandibolare che è più compatto, e da 1 mese e mezzo a 6 mesi nel caso dell’osso mascellare che è meno compatto.

Esistono particolari situazioni cliniche dove è possibile, al momento dell’inserimento degli impianti dentali, posizionare subito la protesi, entrando nel campo degli impianti a carico Immediato.

Gestione della ferita chirurgica

La gestione della ferita, nel post-intervento è simile a quella che si ha dopo ogni intervento chirurgico in bocca:

  • Per i primi giorni si eseguono più applicazione di clorexidina spray. Ho scelto la formulazione spray per una questione di comodità, tempo di azione del disinfettante sulla ferita, e capacità, grazie al beccuccio di arrivare in qualsiasi zona della bocca;
  • Rimozione delle suture dopo una settimana circa;
  • Uso di un cotton-fioc con acqua ossigenata per detergere la ferita meccanicamente e rimuovere, grazie all’effetto effervescente dell’ossigeno, le tracce di placca batterica o residui di cibo che possono imbrigliarsi nelle suture;
  • Monitoraggio della guarigione e controllo esposizione impianti ogni 20 giorni;
  • Si consiglia di astenersi dal fumo almeno per i primi tre giorni. Un protocollo da seguire verrà fornito al paziente per la sua homecare.

Limitazioni dell’implantologia dentale

Dobbiamo innanzi tutto abbandonare il concetto di rigetto, ma parlare di mancata osteointegrazione, a sua volta provocata da vari fattori.

Al fine del successo, il problema non sussiste. Difatti dopo la rimozione della vite non osteointegrata, ovvero non accettata dall’organismo, immediatamente o dopo alcuni mesi, è in genere possibile inserire un nuovo impianto dentale nella stessa zona.

Importante è conoscere e assumere un certo livello di consapevolezza che il successo durante e dopo il trattamento implantare dipende dall’odontoiatra ma anche da voi stessi.

A guarigione avvenuta, anche dopo inserimento della protesi, possono intervenire problemi di tipo meccanico o infettivo a carico dell’impianto dentale. Ricordiamo che la Placca batterica è sempre la causa principale dei problemi della vostra bocca.

Si consiglia di eseguire controlli periodici della struttura protesica ed a non mancare ai richiami di igiene orale professionale.

Difatti una volta terminato il trattamento è necessario che il paziente sia consapevole che la placca si accumulerà attorno agli impianti dentali, come attorno ai denti naturali.

La placca batterica, se non rimossa adeguatamente, può provocare, per infiammazione, la perdita degli impianti dentali che sorreggono la protesi.

La frequenza dei richiami è organizzata in base alle capacità individuali del paziente di mantenere un adeguato controllo della placca.

Soluzioni per portatori di Protesi Totali

Inserimento di due impianti che stabilizzano la protesi totale, sia superiore che inferiore grazie all’uso di attacchi, maschio/femmina a forma di pallina. Gli impianti agiscono come supporto stabilizzante della vecchia protesi, mediante l’uso di apposite sfere che funzionano come bottoni automatici. Il problema che persiste è la qualità della stabilità che non riesce a far fronte ad una rotazione sull’asse, residuando una leggera mobilità oscillatoria.

 

 

Inserimento di 4 impianti, della stessa tipologia di cui sopra, soprattutto nella protesi superiore, in modo da stabilizzare la protesi in modo veloce, economico, ma soprattutto col vantaggio di poter eliminare il palato, migliorando così il livello della propriocezione del gusto dei cibi in genere, e della verbalizzazione delle parole, libere dall’ingombro della placca in resina.

Inserimento di 4 impianti, anche in casi di elavata atrofia ossea ottenendo protesi fisse in giornata secondo metodiche protesiche e chirurgico-implanatari collaudate da sistemi internazionali.

Il protocollo terapeutico, Programma Terza Età, prevede i seguenti trattamenti:

  • Visite di controllo dei denti, e dei tessuti molli della bocca, per verificare le condizioni di salute della bocca ed impostare un eventuale Piano di Trattamento per problematiche a denti e/o gengive
  • Controllo periodico delle protesi mobili e fisse, per verificare la qualità della masticazione, la loro stabilità, e la presenza di ulcere e lesioni delel mucose, causa di dolori e ridotta masticazione
  • Igiene orale periodica e curettage gengivale, al fine di prevenire complicanze cardiologiche, sovra infezioni sistemiche legate a possibile diabete, etc.
  • Chirurgia Implantare specifica in casi di ridotto supporto osseo, in cui oggi è possibile reintegrare i denti mancanti o stabilizzare l’intera protesi riducendone l’ingombro grazie all’uso di impianti osteointegrati.

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